lunedì 21 dicembre 2015

Recensione: GIORNI DI ZUCCHERO FRAGOLE E NEVE - Sarah Addison Allen

La mia recensione al libro "Giorni di zucchero fragole e neve" di Sarah Addison Allen.



Titolo: Giorni di zucchero fragole e neve
Autrice: Sarah Addison Allen
Traduzione: Roberta Marasco
Editore: Sonzogno
Pagine: 287
Data di Pubblicazione: Marzo 2011
Prezzo: 19,00

Sinossi: Josey ha tre certezze: l'inverno è la sua stagione preferita; lei non è il classico esempio di bellezza del Sud; i dolci è meglio mangiarli di nascosto. Vive a Bald Slope, il paesino di montagna dov'è nata, rinchiusa nell'antica casa di famiglia ad accudire la vecchia madre. Ma di notte Josey ha una vita segreta. Si rifugia in camera a divorare scorte di dolcetti e pile di romanzi rosa. Finché un bel giorno, misteriosamente, nello stanzino nascosto dal guardaroba, dove l'aria profuma di zucchero, spunta un'esuberante signora che dice di essere venuta per aiutarla. Chi è quella donna? Perché il suo corpo odora di fumo di sigaretta e acqua stagnante? Perché sembra scappare da qualcosa o da qualcuno? Josey non farà in tempo a chiederselo, che il suo piccolo mondo sarà messo sottosopra. Scoprirà che in amore e in amicizia le certezze non esistono e che le persone, anche le più care, possono nascondere qualcosa di inconfessabile. Accettare questa sfida è la grande prova che Josey dovrà superare. E per lei sarà l'inizio di una nuova vita: la sua.


La mia opinione: Libro insipidino, con una storia banale banale, situazioni prevedibili e legami tra i personaggi che si creano in maniera del tutto artificiosa... insomma... la devo finire di incuriosirmi per i libri che hanno delle cover carine (con le caramelle e i glitter come questa!) perché di sostanza rasenta proprio lo zero! Come stile di scrittura è ok, niente di eccelso ma neanche malaccio, è uno stile di scrittura molto pulito e lineare, il problema è che non appassiona, non è riuscito a creare in me interesse per nessuno dei personaggi, protagonista inclusa. Avevo letto un altro libro di questa autrice circa sette anni fa ("il profumo del pane alla lavanda") e lo avevo giudicato con una sufficienza stiracchiata. Ora, a distanza di anni e di molta più esperienza nella lettura, mi vedo ormai costretta a depennare in maniera definitiva sia a tutti i libri di questa autrice, sia a tutto il filone di romanzetti contemporanei al femminile che promettono molto ma che mantengono poco. Se siete in cerca di belle atmosfere tra cibo e magia secondo me c'è solo Joanne Harris, tutto il resto è noia!


voto:

martedì 15 dicembre 2015

Recensione: IL RICHIAMO DELLE SPADE - Joe Abercrombie

La mia recensione su "Il richiamo delle spade" di Joe Abercrombie.



Titolo: Il richiamo delle spade
Serie: La prima legge vol. 1
Autore: Joe Abercrombie
Traduzione: Benedetta Tavani
Editore: Gargoyle
Data di pubblicazione: Marzo 2013
Pagine: 652
Prezzo: 19,00

Sinossi: Logen Novedita, il famigerato guerriero, ha infine esaurito la sua fortuna. Si è fatto un nemico di troppo e ora ha davanti a sé un futuro solitario e cupo, in cui da un momento all'altro potrebbe ritrovarsi a guardare la morte in faccia per l'ultima volta. Ma saranno proprio i morti a offrirgli un'ultima opportunità, perché qualcuno, là fuori, ha ancora dei progetti per il Sanguinario. Il Capitano Jezal dan Luthar, modello di egoismo e vanità, ha in mente poco altro che banali sogni di gloria, da far avverare in duello a colpi di spada. Ma la guerra è alle porte, gli eserciti si mobilitano e sui campi di battaglia del gelido Nord si combatte con regole terribilmente cruente. L'Inquisitore Glokta, carnefice storpio, sarebbe contento di veder tornare i resti del Capitano Jezal in una cassa, ma d'altro canto lui odia chiunque non sia stato ridotto nelle sue condizioni. Confessione dopo confessione, senza lasciar spazio a nessun sentimento se non al rancore, elimina i traditori in seno all'Alleanza, ma la sua ultima scia di cadaveri potrebbe condurlo dritto al cuore corrotto del governo. Se soltanto potesse sopravvivere abbastanza a lungo da poterla seguire...


La mia opinione: "Il richiamo delle spade" è il primo libro di una trilogia e trovo molto difficile giudicarlo in quanto, nonostante le circa 650 pagine, la storia non entra mai veramente nel vivo ma rappresenta una sorta di grandissima introduzione per ciò che (probabilmente) accadrà nei libri successivi. Il libro introduce infatti molti personaggi e storie apparentemente scollegate che si alternano di capitolo in capitolo, finché ad un certo punto trovano un centro d'incontro comune. Questa peculiarità da una parte è interessante perché ogni capitolo è un'incognita, non sai mai cosa aspettarti e quali personaggi troverai di volta in volta, però dall'altra è anche destabilizzante in quanto viene tutto tirato un po' troppo per le lunghe. Mi sarei aspettata che ad un certo momento (già prima di metà libro) le cose si chiarissero definitivamente, mentre invece questa sorta di lunga presentazione si protrae fino a fine libro e ammetto che ci sono stati alcuni capitoli in cui ho fatto fatica ad andare avanti. Però ci sono stati anche molti aspetti positivi che invece mi hanno invogliata a proseguire la lettura, come ad esempio i personaggi, che li ho trovati tutti interessanti in quanto hanno una caratterizzazione approfondita e, cosa importante, non hanno tratti caratteriali stereotipati (come il personaggio bravo che è sempre bravo o quello cattivo che è totalmente cattivo) tipici della letteratura fantasy. Qui al contrario si assiste all'evoluzione introspettiva dei personaggi: anche se alcuni ci vengono presentati come personaggi negativi poi assistiamo anche a cambiamenti positivi, mentre personaggi che dovrebbero rappresentare "i buoni" vengono messi a nudo anche di innumerevoli difetti e caratteristiche negative. Il fantasy che scrive Joe Abercrombie viene infatti definito "dark fantasy" proprio a causa dei lati oscuri dei personaggi principali, cosa che dona al romanzo una marcia in più e che io personalmente apprezzo molto. Anche il linguaggio adottato è tutt'altro che tradizionale e politicamente corretto, vi è infatti uno sfoggio abbastanza costante di termini sboccati ma in questo caso lo trovo un ostentare eccessivo che non mi aiuta ad apprezzare maggiormente il libro.
Quindi ricapitolando ciò che non mi è piaciuto del libro è il suo protendersi troppo in introduzione e l'ostentare di un vocaboli volgari, mentre è assolutamente da leggere per quanto riguarda gli interessanti personaggi che vi si sviluppano. Spero che nella lettura del secondo libro anche la storia diventi più interessante, così da aver giustificato questo primo libro introduttivo.


voto:

lunedì 14 dicembre 2015

Recensione: UNA CASA PERFETTA - Ben H. Winters

La mia recensione al libro "Una casa perfetta" di Ben H. Winters.



Titolo: Una casa perfetta
Autore: Ben H. Winters
Traduzione: Ilaria Katerinov
Editore: Tre60
Pagine: 286
Data di Pubblicazione: 26 Settembre 2012
Prezzo: 9,90

Sinossi:  Susan e Alex non hanno dubbi: è la casa perfetta. In quel quartiere e a quel prezzo, non potrebbero trovare di meglio. E c'è persino una stanzetta in più non segnalata nell'annuncio -, ideale per le esigenze di Susan, che ha deciso di lasciare il lavoro per dedicarsi a tempo pieno alla figlia, la piccola Emma, e alla sua grande passione, la pittura. Inoltre la signora Scharfstein, la padrona di casa che abita al pianoterra, sembra proprio una simpatica e disponibile vecchietta. Ma, ben presto cominciano ad accadere cose strane, che turbano la quiete domestica: nel suo studio, Susan sente un odore sgradevole, che nessun altro percepisce. Poi, una mattina, nota che la federa del suo cuscino è sporca di sangue e che il suo corpo è costellato da quelli che sembrano i morsi di qualche insetto. Tuttavia né la figlia né il marito hanno quei segni. Per non correre rischi, Susan chiama una ditta di disinfestazione, che però non trova nulla. Sembra una follia, eppure lei è convinta che la casa brulichi d'insetti: sono lì, annidati da qualche parte, non ce altra spiegazione. Mentre la signora Scharfstein diventa sempre più invadente e il marito preoccupato, Susan capisce di dover dimostrare a tutti che non è paranoica. Altrimenti potrebbe rischiare di perdere non soltanto quell'appartamento, ma anche la sua famiglia. Un thriller in cui il labile confine tra realtà e immaginazione diventa un luogo oscuro e molto pericoloso...


La mia opinione: Sono rimasta piuttosto delusa da questo libro. Non si può certo dire che sia scritto bene. Come stile è piuttosto semplice, scorrevole, ma le descrizioni sono poco curate, dilettantesche, con la brutta abitudine di ripetere alcuni termini più e più volte. Inoltre fa rimanere perplessi il soffermarsi sistematicamente su particolari ridicoli e di cattivo gusto, ad esempio il marito della protagonista che ogni volta viene descritto con saliva alla bocca mentre dorme, gocce di unto sul mento mentre mangia... insomma... questo tipo di descrizioni posso capire se fossero sporadiche ma quando invece se ne contano diverse in ogni capitolo mi viene da pensare che l'autore volesse rendere il romanzo disgustoso e grottesco e fosse a corto di idee.
Se però si riesce a tralasciare lo stile di scrittura approssimativo, le descrizioni ripetitive e la mancanza di personalità dei personaggi, potrebbe quasi essere un libro da sufficienza, uno di quelli che puoi leggere una volta ogni tanto per farti due risate, perché comunque la trama sembrerebbe essere abbastanza carina e invoglia a proseguire la lettura. Purtroppo però il peggio del libro deve ancora arrivare. Fino al finale poteva anche essere passabile, sembrava un thriller psicologico. Gli ultimi capitoli invece rovinano tutto, il thriller psicologico si trasforma in un horror surreale, completamente privo di ogni logica. Capisco che le storie che hanno del paranormale trascendano dal reale, ma in questo caso la soluzione è veramente troppo assurda anche volendo usare molta molta fantasia. Un libro mediocre che sul finale non fa altro che peggiorare la situazione.


voto:

domenica 6 dicembre 2015

Recensione: DISTURBO DELLA QUIETE PUBBLICA - Richard Yates

La mia recensione su "Disturbo della quiete pubblica" di Richard Yates.



Titolo: Disturbo della quiete pubblica
Autore: Richard Yates
Traduzione: Mirella Miotti
Editore: Minimum Fax
Data di pubblicazione: Novembre 2004 (1975 prima edizione)
Pagine: 285
Prezzo: 12,00

Sinossi: Lo sguardo penetrante e la scrittura precisa e implacabile che hanno aperto la strada a Raymond Carver e Richard Ford tornano a dissezionare l'apparente normalità della middle class americana, ma con toni ancora più drammatici: sullo sfondo dell'ottimismo e della prosperità dell'era Kennedy si disegna la storia dell'ambizione frustrata - e della discesa nella follia - di John Wilder, impiegato che sogna il successo come produttore cinematografico e invece conoscerà soltanto l'angoscia dell'ospedale psichiatrico e le manipolazioni di Hollywood.


La mia opinione: Nonostante sia convinta che Richard Yates sia un autore di grande talento e da consigliare per chiunque voglia leggere fiction-drama ambientati nella borghesia americana di metà novecento, penso altresì che "Disturbo della quiete pubblica" non sia da annoverare tra i suoi lavori migliori. Il grande difetto di questo libro è stato il suo personaggio protagonista, talmente detestabile, inetto ed irritante che, almeno per quanto mi riguarda, non sono riuscita a provare per lui i sentimenti di pietà e commiserazione necessari a rendere questa storia di miseria e fallimento abbastanza interessante. Come fattori positivi c'è una prosa impeccabile e pulita, una escalation di follia ben costruita, una storia sicuramente originale dal potenziale strepitoso... ma a livello umano, a livello di sentimenti che suscita, non è stato all'altezza delle mie aspettative. Inizialmente l'ho letto tra un misto di curiosità alternata alla disapprovazione totale per il protagonista, mentre nella parte centrale e finale, la curiosità ormai placata ha lasciato posto all'impazienza che finisse, perché non provando l'empatia necessaria per il personaggio principale tutto ciò che gli accadeva mi lasciava indifferente. Per chi non conosce l'autore consiglio di partire da un altro libro, come ad esempio "Easter Parade" che ho trovato superiore.


voto:

giovedì 3 dicembre 2015

Recensione: IL BUIO OLTRE LA SIEPE - Harper Lee

Recensione di "Il buio oltre la siepe" di Harper Lee




Titolo: Il buio oltre la siepe
Autrice: Harper Lee
Traduzione: A. D'Agostino Schanzer
Casa editrice: Feltrinelli
Pagine: 290
Data di pubblicazione: 26 Febbraio 2013 (prima edizione 1960)
Prezzo: 9,00

Sinossi: In una cittadina del "profondo" Sud degli Stati Uniti l'onesto avvocato Atticus Finch è incaricato della difesa d'ufficio di un "negro" accusato di violenza carnale; riuscirà a dimostrarne l'innocenza, ma l'uomo sarà ugualmente condannato a morte. La vicenda, che è solo l'episodio centrale del romanzo, è raccontata dalla piccola Scout, la figlia di Atticus, un Huckleberry in gonnella, che scandalizza le signore con un linguaggio non proprio ortodosso, testimone e protagonista di fatti che nella loro atrocità e violenza non riescono mai a essere più grandi di lei. Nel suo raccontare lieve e veloce, ironico e pietoso, rivive il mondo dell'infanzia che è un po' di tutti noi, con i suoi miti, le sue emozioni, le sue scoperte.



La mia opinione: E' difficile recensire un romanzo come questo, perché l'ho trovato praticamente perfetto e mi è piaciuto moltissimo, ma non credo di essere in grado di argomentarlo, perché è uno di quei libri che quando piace piace e basta, è uno di quei libri che quando lo finisci non senti il bisogno di addurre motivazioni al fatto che ti sia piaciuto. E' raro imbattersi in libri così, però a volte capita, e anche se come ho già detto non sentirei il bisogno di recensirlo faccio comunque un piccolo sforzo per riuscire a tirare fuori almeno qualche opinione, anche se so in anticipo che non riuscirò a rendergli giustizia.
Anzitutto penso che sia infinitamente riduttivo etichettarlo come un libro contro il razzismo, perché anche se l'argomento è presente va comunque osservato che una buona parte della storia è incentrata su altro, ed è per questo che secondo me il "Buio oltre la siepe" è da considerarsi molto semplicemente un ROMANZO, ma in maiuscolo per ribadire che questo è a mio dire il romanzo per eccellenza. Fin dalle prime pagine lo stile di scrittura perfetto e lineare permette di immedesimarsi al massimo nella storia e anche se inizialmente non si intuisce neanche in maniera vaga gli argomenti che verranno trattati non è un problema perché non è uno di quei libri in cui se non si arriva subito al dunque c'è il rischio di perdere l'interesse, anzi. Per me il dunque di questo romanzo non esiste perché ogni parte è ugualmente importante per capire il contesto della storia, ovvero per avere un ritratto completo e preciso di ciò che era abitare in un piccolo paese americano nello stato dell'Alabama durante gli anni trenta. La narrazione è volutamente fatta attraverso gli occhi ingenui di una ragazzina ed è anche grazie a questa decisione azzeccata che la lettura risulta così ordinata e piacevole, cadenzata dallo svolgersi della lenta vita di tutti i giorni e dalle lunghe estati ma al tempo stesso attraversata da piccoli e grandi avvenimenti che stravolgono la quotidiana tranquillità. E' un libro che possono leggere davvero tutti, adatto ai ragazzi come libro di formazione ma apprezzabile a pieno anche dagli adulti. E penso di non sbagliarmi nel dire che si tratta di un evergreen della letteratura che non ha bisogno di stratagemmi o colpi di scena troppo eclatanti per mantenere alta l'attenzione.




voto: