mercoledì 16 agosto 2017

Mini Recensione: L'INVENTORE DI SOGNI - Ian McEwan

La mia breve recensione su "L'inventore di sogni" di Ian McEwan.


Titolo: L'inventore di sogni
Autore: Ian McEwan
Traduzione: S. Basso
Editore: Einaudi
Data di pubblicazione: 2014 (ristampa)
Pagine: 117
Prezzo: 9,00 euro

Sinossi: Un bambino sogna a occhi aperti e immagina di far sparire l'intera famiglia, un po' per noia e un po' per dispetto, con un'immaginaria Pomata Svanilina; oppure sogna di poter togliere al gatto di casa la pelliccia, di farne uscire l'anima felina e di prenderne il posto, vivendone per qualche giorno la vita, soltanto in apparenza sonnacchiosa; oppure sogna che le bambole della sorella si animino e lo aggrediscano per scacciarlo dalla sua camera... Fin dalle prime pagine di questo libro ritroviamo il consueto campionario di immagini perturbanti che sono un po' il "marchio di fabbrica" di McEwan. Specialmente nella prima stagione della sua narrativa l'autore britannico ci aveva abituato a profondi e terribili scandagli nel microcosmo della famiglia, e in quei mondi chiusi e violenti i bambini e gli adolescenti giocavano sia il ruolo delle vittime e sia quello dei carnefici.


La mia opinione: Pensavo che fosse un romanzo, invece è una raccolta di racconti. Il protagonista è sempre lo stesso, ma si tratta comunque di racconti, perché gli avvenimenti sono scollegati l'uno dall'altro. Questo mi ha un po' delusa perché come formula narrativa non fa per me, non mi cattura. E' scritto bene, ciò che mi ha positivamente colpita è la capacità dell'autore di descrivere le sensazioni e gli stati d'animo del protagonista in maniera perfettamente realistica e credibile. Però i racconti non mi hanno colpita. Li ho trovati banali e ripetitivi. E soprattutto ho trovato estremamente ripetitivo il fatto che la maggior parte di queste storie abbiano come elemento comune il sogno del protagonista di trasformarsi in qualcun altro.



voto:

Mini Recensione: EVELINA E LE FATE - Simona Baldelli

La mia breve recensione su "Evelina e le fate" di Simona Baldelli.


Titolo: Evelina e le fate
Autrice: Simona Baldelli
Editore: Giunti
Data di pubblicazione: 2013
Pagine: 256
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Sinossi: La narrazione si apre con una scena memorabile, l'arrivo degli sfollati: a Evelina pare che dalla neve stiano uscendo le anime dei morti. La bambina vede due fate: la Nera, dai tratti cupi, e la Scepa, la fata allegra, colorata, con una veste a fiori, che ride sempre. Nei dintorni del casolare girano i partigiani: il loro capo, il Toscano, ottiene dal padre di Evelina, che con loro simpatizza, del cibo. Evelina e i suoi fratelli Sergio e Maria trovano il cadavere di un tedesco ammazzato dai partigiani: la Nera li fa scappare in tempo, e li spinge a nascondersi, pochi attimi prima dell'arrivo dei tedeschi. In un succedersi incalzante di colpi di scena, sulle colline attraversate dalla linea gotica alle spalle di Pesaro, in attesa dell'arrivo degli Alleati, trascorre l'ultimo anno della Seconda guerra mondiale filtrato dallo sguardo magico dell'infanzia, e travolge tutta la famiglia di Evelina, padre e madre molto malata, i fratelli, e il segreto di una bambina ebrea nascosta sotto una botola dentro la stalla. Realtà e magia si mescolano e si intrecciano, facendo rivivere il mondo contadino e quello delle fiabe, l'intrico complesso della guerra civile e di quella mondiale. Lo stile asciutto, arricchito di elementi dialettali, rende il racconto più reale: parole magiche, parole amuleti, filastrocche, che aprono la porta al sogno o alla profezia. E alla comprensione possibile di quello che accade.


La mia opinione: Una storia molto particolare e coinvolgente, originale per i contenuti, che offre uno scorcio realistico e al tempo stesso magico, della vita di campagna durante la fine della seconda guerra mondiale. Una sorta di realismo magico all'italiana. Quello che inizialmente mi ha "infastidita" è stata la scelta di scrivere in dialetto marchigiano-romagnolo i dialoghi. Questo è stato un piccolo impedimento, però i dialoghi non sono molti e con un po' di concentrazione si riescono a capire ugualmente (a grandi linee). Lo stile narrativo è il miglior pregio del libro, trascina dentro la storia e fa immaginare vividamente ogni scena. E anche a distanza di settimane e di mesi (ormai sono infatti passati un paio di mesi da quando ho letto il libro) il ricordo della storia rimane ancora saldo nella memoria. Ho trovato un pochino affrettato il finale.

voto: